Il 2018 sarà l’anno della svolta per quanto riguarda l’Esame di Maturità. In queste settimane, infatti, è stato presentato il testo della riforma in merito alla maturità, ma prima di essere reso esecutivo dovrà passare al vaglio del Parlamento.
In attesa dell’approvazione, ecco le principali modifiche introdotte nel nuovo Esame di Stato:
1) La prima prova d’italiano non comprenderà più solo l’analisi del testo e le diverse tipologie di saggio breve, ma verrà introdotto anche un testo di tipo argomentativo in ambito artistico-letterario, storico, sociale, economico, scientifico, tecnologico o filosofico.
2) Per quanto riguarda la seconda prova, saranno incluse tracce multidisciplinari, con la possibilità per la commissione di predisporne una parte in base all’indirizzo della scuola.
3) La novità più eclatante è sicuramente l’abolizione della terza prova che dal 2018 non sarà più motivo di preoccupazione per gli studenti maturandi.
4) L’introduzione di una prova invalsi di italiano, matematica e inglese che verrà svolta in un momento diverso dall’Esame e sarà uno dei requisiti per l’ammissione allo stesso, ma non influirà sul voto finale.
5) Il colloquio orale cambierà modalità: niente più tesina con argomenti a scelta e collegamenti tra le varie materie!
La prova sarà articolata in due parti: nella prima si valuterà la capacità di ragionare degli studenti partendo dall’analisi di un testo; nella seconda il candidato dovrà esporre in una relazione le competenze acquisite durante il periodo di alternanza scuola-lavoro; di quest’ultima si terrà conto per la valutazione finale.
6) I cambiamenti riguardano anche l’attribuzione dei punteggi: ciascuna prova varrà 20 punti (quindi niente più preponderanza del colloquio orale) ed i 15 punti dell’ex terza prova andranno ad arricchire il punteggio attribuito al curriculum degli ultimi tre anni delle superiori. Pertanto, se prima uno studente poteva ottenere al massimo 25 crediti, ora potrà averne fino a 40.
Tuttavia, l’aspetto più discusso riguarda la modalità di ammissione all’esame: non sarà più necessaria la sufficienza in tutte le materie, bensì la media del 6.
Sebbene debba ancora essere resa ufficiale, questa riforma ha già animato la discussione pubblica e ha subito molte critiche. C’è chi sostiene che possa creare una “scuola degli asini” poiché il fatto che basti una media sufficiente per essere ammessi all’esame disincentiva i ragazzi a studiare; inoltre, la maturità strutturata in questo modo viene accusata di essere troppo facile, quasi una formalità, e di abbassare il livello di preparazione generale degli studenti italiani. Tra i sostenitori di questa opinione ci sono molti ex alunni che hanno già svolto l’Esame di Stato e rimproverano il sistema di alleggerirsi sempre di più.
Tuttavia, al coro dei detrattori si oppone quello di chi, come il MIUR, ritiene che uno studente debba essere valutato per l’intero percorso scolastico, non in base alla prestazione di 3 giorni, e che, pertanto, tale modalità possa essere uno strumento per valorizzare chi si è impegnato davvero. Ciò nonostante, tutto è ancora in fase di definizione e potrebbero essere apportate ulteriori modifiche. Quello che è certo è che la Maturità, con i suoi pregi e i suoi difetti, facile o difficile che sia, rimarrà uno dei passi decisivi nel percorso scolastico degli studenti.