Al giorno d’oggi tutti siamo abituati ad avere le giornate piene di impegni a cui dedichiamo tempo, sforzo ed energie. La nostra mente è continuamente abitata da orari, scadenze e appuntamenti da rispettare. I figli sono iscritti a calcio, musica, teatro, oratorio, danza, scout, scacchi, gruppo cinema…così che ogni giorno sia utile e formativo. È come se ognuno di noi si sentisse in dovere di fare sempre di più e meglio. Lavorare di più, correre di più, impegnarsi di più anche nel pianificare vacanze, weekend e serate in modo che non ci sia spazio vuoto nell’agenda di pelle che scandisce lo scorrere del nostro tempo.
Nelle nostre giornate abbiamo le ore così piene che talvolta vorremmo avere giorni più lunghi, mesi più lunghi, forse anche anni più lunghi. E tutto scorre così velocemente, il tempo non basta mai e gli impegni sembrano non finire. Ci sentiamo sopraffatti ma continuiamo a reggere con grande soddisfazione le nostre routine impegnative. Quante volte abbiamo pensato di voler staccare per prendere una pausa? Quante volte abbiamo sognato di poter stare sul divano tutto il giorno a vedere film e serie tv? Quanti libri abbiamo lasciato sul comodino perché la sera eravamo così stanchi che il sonno non ci permetteva di leggerli?
Eppure, adesso che ci è imposto di fermarci, ci sentiamo smarriti. Ci sentiamo vuoti, persi, frustrati. Ci siamo trovati a dover cancellare impegni, depennare appuntamenti e sospendere attività sportive e ricreative. Dobbiamo riorganizzare il nostro lavoro che adesso assume la modalità “smart” oppure ci dobbiamo mettere in ferie. Le nostre giornate sono più leggere, eppure ci sembrano più pesanti che mai. Le ore passano lente, il tempo che pareva non bastare adesso è ingombrante. Iniziamo così a sistemare gli armadi, a pulire a fondo terrazzi, mensole e scale. Passiamo poi a dedicarci alla cucina, al giardinaggio e allo zapping alla ricerca di notizie. E poi? Cosa faccio ora?
Ecco che ci rediamo conto dell’esistenza di un altro sentimento, che è rimasto sempre nascosto, in disparte, come se fosse una vergogna provarlo. Ecco che questa emozione fa capolino nelle nostre vite, nelle nostre ore vuote e ci ricorda che esiste pure lei: la noia. Annoiati ci sentiamo a disagio: perché? Forse il motivo è che non abbiamo mai avuto modo di familiarizzare con la noia, ci è sempre stata presentata come sentimento da cui scappare costruendo mille impegni. Ma la noia non è negativa, non è “cattiva”. La noia è un’occasione per riscoprire passioni e per riscoprirci attori della nostra vita. Belle le parole di Paola Mastrocola, nel suo libro “La scuola raccontata al mio cane”: il tempo vero è quello che “scorre lento e noioso, che non si sa come occupare e come far passare, quel Tempo che sembra così vuoto, in cui però, in realtà, la vita è così piena, soprattutto la mente, che magicamente si riempie di pensieri ed idee.” Il tempo non è solo fatto di eventi, intrattenimenti, svaghi ed esperienze; ma esiste anche una dimensione mentale che emerge solo quando ci prendiamo spazio nella nostra agenda. Concediamo alla noia di entrare nei nostri orologi e viviamo un tempo diverso. Fermiamoci, annoiamoci ed ascoltiamoci.
Elena Martorana