Nel corso degli anni di lavoro, le storie di vita portate dalle famiglie che si sono rivolte al Centro Serenamente sono state tante ed eterogenee, seppure tutte accomunate dal fatto di sperimentare un percorso difficile in ambito scolastico.
Alcuni ragazzi hanno lasciato un segno profondo e i loro nomi tornano spesso nei racconti di chi lavora da tanti anni in questa realtà. Non è difficile immaginare che si tratti degli studenti che hanno portato sulle proprie spalle storie di fatiche e di vari tentativi falliti, di ragazzi ormai scoraggiati di fronte all’ennesima possibilità di provare qualcosa che possa aiutarli. I motivi di questa fatica possono essere diversi, ma c’è un elemento che spesso abbiamo ritrovato comune tra i ragazzi che ci hanno appassionato di più nel nostro lavoro, richiedendo un’attenzione in qualche modo diversa dal solito: l’avere una storia di adozione.
Abbiamo avuto modo di lavorare soprattutto con ragazzi adottati che frequentano la scuola secondaria di primo o secondo grado, pertanto dopo diversi anni dall’inizio della scolarizzazione in Italia.
Le ricerche internazionali spiegano che gli studenti adottati presentano difficoltà scolastiche in percentuale 4 volte superiore alla norma, in alcuni casi a causa di rallentamenti nello sviluppo delle funzioni intellettive legati a problematiche perinatali e situazioni di deprivazione precoce o traumi. Gli studi evidenziano che le difficoltà più diffuse nell’apprendimento sono a carico delle abilità di calcolo, della lettura strumentale e della capacità di autoregolare la propria attenzione o l’impulsività di risposta. Altre cadute spesso comuni riguardano lo studio di testi di tipo informativo-disciplinare, che richiedono l’uso di strategie di elaborazione dell’informazione diversificate e flessibili, volte alla comprensione e non alla mera memorizzazione.
Un aspetto spesso trascurato, a questo proposito, riguarda la competenza linguistica dei minori adottati internazionalmente in età scolare: le ricerche mettono in luce che questi ragazzi in genere perdono velocemente la lingua d’origine ed apprendono in breve tempo il vocabolario di base dell’italiano e le espressioni quotidiane utilizzate nelle conversazioni comuni. Tuttavia lo stesso non avviene per l’apprendimento scolastico avanzato, soprattutto nel caso di adozioni tardive, con sempre più evidenti difficoltà di comprensione e di espressione a fronte di testi complessi a diversi livelli (lessico, sintassi e contenuto).
A questo va aggiunto che gli anni della scuola secondaria sono particolarmente delicati, in quanto il percorso scolastico si intreccia con un periodo di crescita cruciale, rappresentato dall’adolescenza. In questi casi, può essere utile approfondire il quadro, prendendo in considerazione il ruolo svolto sia dagli aspetti psicologici e relazionali in età adolescenziale, sia dalle difficoltà di apprendimento in studenti adottati.
Una presa in carico globale, ovvero che comprenda sia gli aspetti psicologici/emotivi sia gli aspetti cognitivi, è a nostro avviso di fondamentale importanza ed è ciò che ha differenziato il lavoro del Centro Serenamente rispetto a interventi più settoriali. Tuttavia, soprattutto in quelle situazioni in cui il “problema scuola” ha visto un graduale ridimensionamento (spesso grazie anche alla preziosa collaborazione con gli insegnanti), ci siamo resi conto che le dinamiche psicologiche e relazionali dei ragazzi necessitavano un intervento più profondo, eventualmente anche con il coinvolgimento del contesto familiare.
È in questi casi che il lavoro del Centro Serenamente si avvale dell’intervento di professionisti specializzati nel campo dell’adozione, sia nel settore pubblico (Equipe Adozioni dell’ULSS 16 di Padova) sia in quello privato. A questo proposito, il Centro è lieto di poter collaborare con il CIAI, Centro Italiano Aiuti all’Infanzia, una ONG apartitica e non confessionale, che dal 1968 si batte per promuovere il riconoscimento del bambino come persona e per difenderne ovunque i diritti fondamentali, attraverso progetti di Solidarietà e Cooperazione, Adozione Internazionale e lo sviluppo di una vera e propria Cultura dell’Infanzia.
Con l’Adozione Internazionale, CIAI ricerca in Italia una mamma e un papà per quei bambini che in ogni parte del mondo si trovano in stato di abbandono e per i quali non vi sono concrete possibilità di recupero della famiglia d’origine o soluzioni di intervento nel loro paese. Per affrontare l’adozione non servono genitori “speciali”, ma sicuramente consapevoli, preparati ad accogliere il nuovo figlio, in possesso senza dubbio di tanto amore ma anche di una idonea preparazione. Per questo CIAI dedica particolare attenzione alla preparazione delle coppie e all’accompagnamento delle famiglie dopo l’adozione, sia che abbiano adottato con CIAI, sia che provengano da altri percorsi.
Consapevoli di come la scuola sia un banco di prova fondamentale e delicato per i figli adottivi e i loro genitori, CIAI ha lavorato molto in questi anni per sensibilizzare gli ambienti scolastici e promuovere la stesura delle “Linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati” approvate dal MIUR nel 2014. A fianco a questo, l’equipe di psicologi della sede veneta CIAI accompagna le famiglie adottive e gli insegnanti nell’affrontare le problematiche che i bambini e i ragazzi possono vivere a scuola, sia di tipo affettivo-relazionale che cognitivo.
La collaborazione con il CIAI ha aperto nuovi interessanti scenari di studio e di lavoro rispetto alla relazione tra storie di adozione ed apprendimento scolastico. Sono diverse le iniziative in fase di progettazione a questo proposito, tra cui seminari aperti a genitori ed insegnanti che prenderanno forma nel 2018 e che arricchiranno il nostro bagaglio di conoscenze ed esperienze.
Cogliamo l’occasione per ringraziare tutti i genitori e gli studenti con storie di adozione che hanno riposto nel Centro Serenamente la propria fiducia e che hanno contribuito, seppure inconsapevolmente, a gettare le basi di un’area di lavoro sempre più sensibile e specializzata.