I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) costituiscono un target verso cui Serenamente orienta il proprio operato quotidiano. La percentuale di studenti italiani che presentava questa problematica nell’Anno Scolastico 2016-2017 era il 5,40% per la Scuola Secondaria di I grado e il 4,03% per la Scuola Secondaria di II grado (fonte: MIUR).
L’acronimo DSA include le seguenti problematiche: Dislessia, Disortografia, Disgrafia e Discalculia, ossia disturbi delle abilità scolastiche che ricadono all’interno della macro-categoria dei Disturbi del neurosviluppo. La caratteristica EVOLUTIVA, ovvero il presentarsi di tali disturbi fin dalle prime fasi dello sviluppo e la sua persistenza durante la crescita, costituisce un criterio fondamentale.
Cosa sta quindi all’origine di un DSA? La letteratura scientifica più recente propende per un’interazione di fattori all’origine del disturbo, ossia per un’associazione tra fattori ambientali, socio-culturali e genetici.
Perché SPECIFICI? I disturbi dell’apprendimento coinvolgono una specifica abilità (lettura, scrittura, calcolo), senza incidere sul funzionamento intellettivo generale.
Un criterio fondamentale per poter porre una diagnosi di DSA consiste infatti nella presenza di un quoziente intellettivo nella norma o superiore alla norma. È quindi frutto di un preconcetto, privo di qualsiasi base scientifica, il ritenere i soggetti con DSA “meno intelligenti” e incorrere in etichette scomode, se non denigratorie.
Lo sapevate che tra i più “famosi” individui con dislessia figurano personalità scientifiche del calibro di Einstein, Newton, Galilei, Darwin? Oppure artisti come Mozart, Beethoven, John Lennon, Buonarroti, Walt Disney? O ancora gli attori Robin Williams, Tom Cruise, Marlon Brando?
Recenti studi portano a evidenziare come alcuni bambini/ragazzi con DSA possano risultare maggiormente dotati a livello cognitivo: si è infatti riscontrata una maggiore presenza di soggetti gifted nella popolazione degli individui con DSA rispetto alla popolazione di soggetti con sviluppo tipico (Toffalini, Pezzuti, Cornoldi, 2017). Cosa significa gifted? Con questo termine si identifica una plusdotazione cognitiva: sono soggetti che presentano abilità intellettive maggiori rispetto alla loro età e si caratterizzano per originalità e creatività del pensiero, oltre che per la possibilità di presentare elevate attitudini in specifici settori, anche slegati dall’apprendimento scolastico. La plusdotazione può però comportare anche problematiche relative al successo scolastico oppure connesse a disagio socio-relazionale, proprio a causa dello sviluppo “disarmonico”, ossia di una differenza tra i livelli cognitivo, emotivo e psicomotorio.
In quest’ottica quindi, nonostante i ragazzi con elevato potenziale cognitivo possiedano risorse che possono condurli a fronteggiare autonomamente le difficoltà legate al disturbo dell’apprendimento, è essenziale riconoscere l’importanza di un supporto adeguato nelle particolari aree di debolezza.
Il nostro suggerimento è di vivere la diagnosi di DSA come una possibilità di superamento delle problematiche tramite l’apprendimento di strategie volte a sostenere le potenzialità del singolo, nel pieno rispetto delle sue caratteristiche individuali che, come evidenziano gli studi in questo campo, sono sicuramente più che valide.
Chiara Pradella – Tirocinante, laureanda in Psicologia Clinica dello Sviluppo
Dott.ssa Chiara Pulimeno – Specializzata in Psicopatologia dell’Apprendimento