Essere genitori di studenti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) può essere una sfida emotiva, pratica ed educativa. I DSA includono condizioni come la dislessia, la disgrafia, disortografia e la discalculia, che influenzano l’acquisizione e l’uso delle abilità di apprendimento, come la lettura, la scrittura e il calcolo.
Spesso, la scoperta dei DSA può richiedere del tempo, poiché i segnali potrebbero non essere evidenti fin dall’inizio. Il luogo in cui queste difficoltà emergono in modo evidente è la scuola, perché costituisce un ambiente strutturato frequentato principalmente da bambini con uno sviluppo tipico, in cui le eventuali differenze nell’affrontare compiti scolastici e le prime difficoltà risaltano maggiormente. Gli insegnanti sono spesso il primo canale da cui i genitori ricevono le prime segnalazioni e si interfacciano a questa realtà.
È frequente che la famiglia possa reagire negativamente alla presa di coscienza della situazione: spesso l’impossibilità di comprendere la realtà del bambino può causare un senso di frustrazione e trasformarsi in una forma di negazione di ciò che si è scoperto. È comprensibile che nasca una forte preoccupazione a causa della mancanza di informazioni su come affrontare la novità e su cosa i DSA comportino effettivamente nella vita quotidiana dei figli.
Il genitore in difficoltà che non accetta le circostanze può rischiare di adottare inconsapevolmente comportamenti che non promuoveranno il benessere psicosociale del bambino. Si cerca spesso un colpevole, talvolta nell’insegnante, ricercando sempre un nuovo istituto in cui i professori possano disconfermare quella che si crede sia l’opinione errata di un singolo soggetto. Questo metodo adottato da moltissime famiglie, rischia non solo di allontanare dalle modalità corrette ed efficaci d’intervento, ma soprattutto di comunicare un rifiuto nei confronti del mondo interno del figlio, delle sue caratteristiche e della sua realtà.
È per questo importante che i genitori collaborino con professionisti esperti, che rappresentano le figure più adatte, in collaborazione con la scuola e la famiglia stessa, per creare consapevolezza, informazione e un ambiente sicuro in cui il ragazzo o la ragazza in questione possa promuovere le proprie potenzialità e avere un approccio positivo all’apprendimento. La valutazione di un esperto specializzato nella valutazione e trattamento dei DSA aiuterà anche a comprendere in quale modalità intervenire a seconda della difficoltà presentata. Una comunicazione aperta e collaborativa facilita un intervento tempestivo ed è cruciale per stabilire un piano di lavoro personalizzato, limitando le conseguenze negative sulla traiettoria di sviluppo del bambino. È bene tenere in considerazione che ogni soggetto con DSA possiede delle differenze individuali che vanno tenute in considerazione nella progettazione di azioni supportive e di aiuto.
La cooperazione con gli insegnanti e il personale scolastico è di primaria importanza per garantire il supporto necessario. Questo può implicare la creazione di quello che viene chiamato Piano Didattico Personalizzato (PDP), l’accesso a risorse aggiuntive e l’implementazione di strategie didattiche specifiche.
Nella Circolare Ministeriale 8 del MIUR, risalente al 2013, infatti, è stato reputato necessario diversificare gli apprendimenti e la molteplicità dei Bisogni Educativi Speciali (BES), come sostiene anche la Legge 170/2010 e i successivi decreti attuativi. I BES non rappresentano una categoria diagnostica, ma piuttosto un concetto pedagogico che richiede attenzioni specifiche e un piano didattico personalizzato sulle esigenze del singolo soggetto. La Circolare ne distingue varie tipologie: si distinguono gli alunni con DSA da quelli con disabilità che dispongono di un Piano Educativo Individualizzato (PEI) e del supporto di un insegnante di sostegno; un’altra tipologia di studenti con BES sono quelli con difficoltà socioculturali e/o di tipo linguistico che si trovano in una situazione di svantaggio socioeconomico e pertanto evidenziano difficoltà correlate alla conoscenza e padronanza della lingua italiana, il cui piano personalizzato può risultare solo temporaneo.
Oltre alla continua comunicazione e collaborazione con l’ambiente scolastico, è necessario che i genitori di bambini con DSA riescano a offrire una grande dose di supporto emotivo, soprattutto nei momenti in cui il proprio figlio risulta frustrato e stanco delle proprie difficoltà, che spesso può percepire come limiti invalidanti che ledono la sua autostima. Per questo motivo è importante adattare le proprie richieste alle loro risorse e risultare sempre concentrati sui loro successi e abilità. L’empatia, la pazienza e la comprensione sono fondamentali per sostenere il bambino attraverso le sfide quotidiane.
In conclusione entrare a far parte del mondo dei genitori di figli con DSA può spaventare e a volte far soffrire, ma attraverso il sostegno di una moltitudine di figure si può raggiungere la chiave per la consapevolezza e gli strumenti per aiutare e comprendere il proprio figlio.
Veronica Pascon – Psicologa Specializzanda del Centro Serenamente