A volte capita che i figli decidano di non voler andare a scuola. I motivi possono essere tanti, a volte può essere un po’ di stanchezza, altre volte però le cause possono essere altre ed è bene perciò fare attenzione e non sottovalutare quando questi episodi si ripetono più volte. Con l’aiuto di Mario (che ha frequentato per un periodo il Centro Serenamente per un percorso psicologico per la gestione dell’ansia) vi forniamo alcuni brevi suggerimenti, che consideriamo utili campanelli d’allarme… (nomi e riferimenti sono inventati).
Mario (14 anni, al primo anno della scuola secondaria di secondo grado): «Quest’anno ho fatto qualche assenza in più». Psicologa: «Ti capita in momenti particolari o in generale non ti va?». Mario: «A volte succede che… ho una verifica ma non mi sento pronto, avrei bisogno di più tempo e se dovessi andare a scuola saprei già che prenderei un 3. Perciò sto a casa e studio».
Quali sono le cause che non fanno andare a scuola Mario? Le cause potrebbero essere diverse: timore dell’insegnante, paura del giudizio degli altri, timore di avere brutti voti, timore di non essere all’altezza delle aspettative dei genitori. Ciò che viene considerato timore è spesso alla base dell’ansia da prestazione scolastica, che comprende tre fattori: paura dell’insuccesso, timore del giudizio negativo e il non considerarsi capaci. Così succede che dal normale desiderio di essere amati e dalla paura di essere rifiutati si ottenga una prestazione scolastica imperfetta, che non solo allontana dall’obiettivo il ragazzo stesso, ma lo espone nuovamente alla critica esterna, alla autocritica e svalutazione.
Come aiutare Mario? Imparare ad auto-accettarsi, a migliorare la tolleranza della prestazione, a stabilire obiettivi realistici, ad accettare un insuccesso possono essere alcune delle formule per aiutarlo a riflettere e uscire dal “circolo vizioso dell’ansia”. Affrontare e non sottovalutare queste situazioni può essere uno dei migliori modi per accompagnare i ragazzi durante le loro prime difficoltà, fondamentali per la crescita stessa. Uno dei motti che caratterizza il nostro operato è proprio questo: un ragazzo sereno è sicuramente un alunno migliore.