La prima prova dell’Esame di Stato si ricorda per tutta la vita, tant’è che i siti internet che si occupano di scuola si sbizzarriscono – nei giorni precedenti – col toto-tracce, cercando di indovinare quale sconosciuto o dimenticato poeta il Ministero potrebbe rispolverare per tormentare i già provati maturandi. Ma la prova d’italiano è importante anche perché è considerata il biglietto da visita con cui ci si presenta alla commissione (composta per metà da docenti esterni) e, soprattutto, con cui si rompe il ghiaccio in quei giorni intensissimi.
Ecco, allora, alcuni consigli, tipologia per tipologia, per affrontarla al meglio, senza ansie né paranoie.
Tipologia A: Analisi del testo
L’analisi di una prosa o di una poesia (sebbene negli ultimi anni siano stati proposti quasi esclusivamente testi in prosa) poggia essenzialmente su tre competenze fondamentali: la comprensione globale (parafrasi per la poesia, riassunto per la prosa); l’analisi formale (stile, linguaggio, figure retoriche, sintassi); la contestualizzazione. Quest’ultimo punto è il più importante per dimostrare la propria capacità di rielaborazione critica. Per fare bella figura col commissario che correggerà la prova, è quindi indispensabile conoscere bene l’autore, le sue opere e il contesto storico-culturale nel quale si inserisce. L’ultima domanda è come un piccolo saggio critico: non fatevi venire in mente di risparmiare carta e inchiostro proprio in quel momento!
Tipologia B: Saggio breve o articolo di giornale
Questa è forse la tipologia che crea più problemi agli studenti, che spesso non capiscono come usare le fonti fornite loro. In realtà è sufficiente seguire questi “semplici” passaggi: leggere attentamente le consegne, il titolo e i documenti; sottolineare, schematizzare, riempire di note (a seconda del metodo di studio di ciascuno studente) i documenti; costruire una scaletta (eventualmente dopo un rapido brainstorming) che sia sintetica ma completa e ordinata; scrivere il testo; rileggerlo più volte controllando la punteggiatura, l’ortografia, la sintassi, la coerenza logica e la coesione testuale (non siate frettolosi in questa fase: per la prima prova avete a disposizione 6 ore!). Per quanto riguarda le citazioni – vera nota dolente di questa tipologia – ci sono vari metodi per segnalarle (e ogni insegnante vi dirà che soltanto il suo è quello corretto). L’importante è che non vi appropriate mai di una frase non vostra: si chiama “plagio” ed è un reato! Perciò evitate il carcere: virgolette, nome dell’autore e documento o opera di provenienza della citazione sono elementi che non possono mancare. Rispettate anche la destinazione editoriale (se richiesta) e l’ambito (artistico-letterario, tecnico-scientifico…).
Tipologia C: Tema di argomento storico
Come suggerisce il nome, è fondamentale per questa tipologia una conoscenza approfondita dell’argomento storico su cui si concentra la traccia. Se pensate che Pearl Harbor sia una marca di caramelle o che il processo il Norimberga sia l’ultima fiction di Rai Uno… scegliete un altro tema! In caso contrario, mettetevi all’opera e dimostrate tutte la vostra sapienza storica.
Tipologia D: Tema di ordine generale
La povera Tipologia D è spesso considerata “il tema di chi non sa scrivere i temi”. L’assenza di documenti o il fatto che non si parli di un argomento storico non rendono questa traccia più semplice o meno dignitosa, come invece molti studenti (e professori!) ritengono. Anche per questo elaborato bisogna dimostrare capacità argomentative, chiarezza espositiva, fluidità e correttezza nella scrittura.
Insomma: scegliete la tipologia che fa al caso vostro, basandovi sulle tracce che leggerete quel giorno, sulle simulazioni fatte in classe e sull’istinto. Impegnatevi a fondo e in bocca al lupo! Che questa maturità abbia inizio.